Riflessione rivolta, oltre che a me stessa, ai visitatori assidui e casuali del blog, esperti o meno di Arte... Durante il mio viaggio ad Amsterdam di qualche anno fa, oltre ad aver dormito con altre tre persone (già conosciute tengo a precisare) in un letto matrimoniale e essermi ritrovata infradiciata di birra dalla vita in giù, ho avuto occasione di visitare il Van Gogh Museum e proprio lì, davanti ad un quadro, mi è sorto un quesito a cui ogni tanto ripenso e a cui non so se troverò mai una risposta.
Una sorta di sidrome di Stendhal forse.
Inizio col dire che il museo è molto bello e interessante per i contenuti ma è (come affermato anche dal professore di progettazione che ci ha goliardicamente accompagnati "in gita") architettonicamente l'esempio lampante di come NON deve essere fatta una struttura espositiva... non mi interessa ora addentrarmi in considerazioni architettonico-distributive, le opere esposte sono magnifiche, ci si deve solo adeguare a prendersi a testate e a gomitate sui denti con le altre centinaia di visitatori per riuscire ad arrivare a 1m e mezzo dal quadro e riuscire a vederlo, basta attrezzarsi di pazienza e di kit di pronto soccorso per ovviare a danni causati dagli scontri più sanguinolenti (vedersela con un norvegese è sicuramente più rischioso che incappare in un giapponese... anche se il simpatico orientale potrebbe avere dalla sua il potentissimo flash dell'inseparabile macchina fotografica).
Comunque il quesito riguarda V. Van Gogh, per la precisione un suo famoso quadro, "I Girasoli" del 1889 (perchè ci sono diverse versioni, io proprio di QUESTA parlo)... mi chiedo: tutte le altre versioni hanno dei colori verosimili, questa stessa versione ha colori verosimili al 98%... se non fosse per quella parte interna di uno dei girasoli sulla destra che è pittata in azzurro.
PERCHE'?
LO DEVO SAPERE, sono anni che ho questo tarlo in testa... perchè tutto in marronegiallosenape, colori tendenti al vero in pratica, e quel pezzetto lì no? Ma la riflessione che ne consegue nella mia mente va in realtà a colpevolizzare la nostra smania umana di arrivare sempre alla spiegazione delle cose. Tutto deve essere analizzato e spiegato, tutto (limitiamoci ora solo al campo artistico, ma vale per qualsiasi cosa che non sia Dio) deve essere studiato, ristudiato e deve avere una spiegazione logica supportata e poi esplicitata in pagine e pagine di scritti... può essere che questa macchia di azzurro abbia una spiegazione scientifica su cui sono stati tenuti congressi, scritti saggi e libri di cui io, ignorante nell'animo, non sono a conoscenza... se è così sicuramente qualcuno ha in tasca la soluzione al mio quesito.
Ma se non fosse così? Se tutti si fossero chiesti la stessa cosa, anni prima di me e nessuno fosse arrivato a una conclusione? Bè, nonostante tutto lo troverei sicuramente più soddisfacente. Vorrebbe, a mio parere, dire che non a tutto c'è una spiegazione e che, nonostante tutto, nonostante gli sforzi fatti, neanche la nostra mente smaniosa di spiegazioni razionali può razionalizzare gesti irrazionali.
Che l'amico Vincent di razionale avesse niente è, credo, universalmente riconosciuto. E allora perchè renderlo per forza razionale? Perchè tutto quello che ha fatto, disegnato, dipinto e scritto deve essere studiato, fatto a pezzi e poi ricomposto secondo la nostra razonalità comune? Perchè sbandierare ai quattro venti la geniale irrazionalità quando poi alle opere viene attribuito un rigido percorso tecnico-mentale-evolutivo? Discorso secondo me valido per molti artisti.
Ad una conclusione, forse, posso però arrivare da sola: il mio tarlo è frutto della mentalità comune, non di una vera curiosità mia. Che ci sia o no una spiegazione, pensandoci bene, non mi interessa... anche perchè so che nessuno potrà mai darla per veritiera.
Magari l'amico Vincent ha avuto lo schizzo di fare quel pezzetto azzurro, magari tutto quel marronegiallosenape l'aveva scocciato o magari, semplicemente, aveva finito il colore e ad Arles faceva troppo caldo per scendere e comprarne dell'altro.
Una sorta di sidrome di Stendhal forse.
Inizio col dire che il museo è molto bello e interessante per i contenuti ma è (come affermato anche dal professore di progettazione che ci ha goliardicamente accompagnati "in gita") architettonicamente l'esempio lampante di come NON deve essere fatta una struttura espositiva... non mi interessa ora addentrarmi in considerazioni architettonico-distributive, le opere esposte sono magnifiche, ci si deve solo adeguare a prendersi a testate e a gomitate sui denti con le altre centinaia di visitatori per riuscire ad arrivare a 1m e mezzo dal quadro e riuscire a vederlo, basta attrezzarsi di pazienza e di kit di pronto soccorso per ovviare a danni causati dagli scontri più sanguinolenti (vedersela con un norvegese è sicuramente più rischioso che incappare in un giapponese... anche se il simpatico orientale potrebbe avere dalla sua il potentissimo flash dell'inseparabile macchina fotografica).
Comunque il quesito riguarda V. Van Gogh, per la precisione un suo famoso quadro, "I Girasoli" del 1889 (perchè ci sono diverse versioni, io proprio di QUESTA parlo)... mi chiedo: tutte le altre versioni hanno dei colori verosimili, questa stessa versione ha colori verosimili al 98%... se non fosse per quella parte interna di uno dei girasoli sulla destra che è pittata in azzurro.
PERCHE'?
LO DEVO SAPERE, sono anni che ho questo tarlo in testa... perchè tutto in marronegiallosenape, colori tendenti al vero in pratica, e quel pezzetto lì no? Ma la riflessione che ne consegue nella mia mente va in realtà a colpevolizzare la nostra smania umana di arrivare sempre alla spiegazione delle cose. Tutto deve essere analizzato e spiegato, tutto (limitiamoci ora solo al campo artistico, ma vale per qualsiasi cosa che non sia Dio) deve essere studiato, ristudiato e deve avere una spiegazione logica supportata e poi esplicitata in pagine e pagine di scritti... può essere che questa macchia di azzurro abbia una spiegazione scientifica su cui sono stati tenuti congressi, scritti saggi e libri di cui io, ignorante nell'animo, non sono a conoscenza... se è così sicuramente qualcuno ha in tasca la soluzione al mio quesito.
Ma se non fosse così? Se tutti si fossero chiesti la stessa cosa, anni prima di me e nessuno fosse arrivato a una conclusione? Bè, nonostante tutto lo troverei sicuramente più soddisfacente. Vorrebbe, a mio parere, dire che non a tutto c'è una spiegazione e che, nonostante tutto, nonostante gli sforzi fatti, neanche la nostra mente smaniosa di spiegazioni razionali può razionalizzare gesti irrazionali.
Che l'amico Vincent di razionale avesse niente è, credo, universalmente riconosciuto. E allora perchè renderlo per forza razionale? Perchè tutto quello che ha fatto, disegnato, dipinto e scritto deve essere studiato, fatto a pezzi e poi ricomposto secondo la nostra razonalità comune? Perchè sbandierare ai quattro venti la geniale irrazionalità quando poi alle opere viene attribuito un rigido percorso tecnico-mentale-evolutivo? Discorso secondo me valido per molti artisti.
Ad una conclusione, forse, posso però arrivare da sola: il mio tarlo è frutto della mentalità comune, non di una vera curiosità mia. Che ci sia o no una spiegazione, pensandoci bene, non mi interessa... anche perchè so che nessuno potrà mai darla per veritiera.
Magari l'amico Vincent ha avuto lo schizzo di fare quel pezzetto azzurro, magari tutto quel marronegiallosenape l'aveva scocciato o magari, semplicemente, aveva finito il colore e ad Arles faceva troppo caldo per scendere e comprarne dell'altro.
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