mercoledì 27 giugno 2007

ACADEMY AWARD

Academy awards for the best 2oo7 minkioide
----- nominees:
Me
Me

Me
Me

Me and the winner is............ ME!!!


Academy awards for the career, best minkioide EVER:............
ME!!!

martedì 10 aprile 2007

giovedì 15 marzo 2007

Macbeth di Malosti...senza un aperitivo prima e il sogno di una birra fredda dopo non ce la si può fare.

La Stampa I
La Stampa II
TST

(
Sottotitolo: non voglio fare la critica teatrale, non ne ho le capacità e le competenze, il tutto è un giudizio puramente personale, nessuno mi faccia causa grazie).

Scrivo ora (16 mar 3:10 am) perchè ho un flusso di coscienza da esternare.
Scrivo ora perchè domani il mio sturm und drang sarà cancellato, spero, dall'anidride carbonica di birra e di chinotto che sto tracannando.
Sono andata a vedere il Macbeth, regia di V(W?)alter Malosti.
Teatro d'avanguardia.
Riflessioni (o turbe?!?!) psicologiche-psichiche-psichiatriche del regista (nonchè primo attore) portate sul palco.
Forse sono io ad essere un'ignorante perchè il Macbeth non l'ho mai letto o una semplice di spirito perchè non percepisco i significati più filosofici e reconditi della messa in scena.
Ma, comunque, dopo tre atti e tre ore e fischietta di spettacolo, dopo essere stata sull'orlo di uccidere Macbeth con le mie mani perchè prolisso alla follia e praticamente immortale quanto un highlander, non ho capito nè la trama (a grandi linee qualcuno ammazza qualcun'altro che poi ammazza un altro perchè vuole il potere e poi quello che ha voluto il potere muore... ma le sfumature intermedie non le ho percepite) nè i significati reconditi. Non posso dunque neanche dire di aver capito uno e accontentarmi di non aver capito l'altro.
Analisi tecnica: spettacolo che si basa molto sulle musiche, sull'espressione corporea e sul balletto, su quadri che riportano la vicenda in chiave onirica, su personaggi resi in chiave altrettanto onirica (un po'alla Rocky Horror Show); belle le scenografie, le luci e, forse, la presenza scenica degli attori.
Dico forse perchè tensione scenica ce n'era, per lo meno quasi sempre, ma la protagonista, per esempio, è più una brava ballerina che un'attrice vera e propria e se vuoi fare Shakespeare a questo livello almeno Lady Macbeth devi prenderla che sappia recitare e che non sembri per tre ore morsa da una tarantola, il Lago dei Cigni sta da un'altra parte. E anche gli altri, in primis il protagonista (nonchè regista d'avanguardia), non si discostano dai tanti attori che caricano alla Carmelo Bene finchè regge la voce.
Ma la voce regge facilmente in questo caso, i microfoni fanno, per tutto lo spettacolo, da deus ex machina. Lo si può anche comprendere, per l'alto volume della musica e degli effetti sonori.
Non si possono comprendere, però, le molte battute registrate e fatte sentire mentre gli attori, padroni delle stesse voci che volteggiano posticce nell'etere, sono immobili in scena e la tensione scenica cala, perchè loro, cari Narcisi, stanno più ad ascoltare la propria bella vocina carina registrata nella cassetta che a pensare al buon Stanislavkij.
Scelta registica. Scelta alternativa. Scelta d'avanguardia. Scelta che può introdurre nuove tecniche espressive nel teatro.
Da chiedersi quante volte hanno ripetuto gli anelli prima che venisse con l'intenzione giusta. Da chiedersi se non sia troppo facile così. Da chiedersi se cessa un po' lo scopo, se cambia l'idea del teatro dove, sempre e comunque, DEVE essere buona la prima.
Ma no, sono io che non comprendo il teatro d'avanguardia.
Se nelle battute, live o registrate, avessero poi usato un linguaggio di avanguardia non volgarmente avanti ma semplicemente all'avanguardia invece che una finta avanguardia di sproloqui vari, toccando l'apice con "...tu piccolo bastardo cagato dal culo di un traditore..."(riferito a un neonato finto ma vero per finta), forse sarebbe stato davvero all'avanguardia.
Tentativo di uno Shakespeare all'avanguardia che ha pescato un po' qui e un po' là, dal già citato Rocky Horror fino a un qualsiasi video di Marilyn Manson.
Con saluti finali del gruppo tutti molto poco avanguardisticamente per mano ma non capaci di inchinarsi a tempo, effetto ola allo stadio (o forse stava lì l'avanguardia...!!!). Con uno degli attori secondari in costume di scena, tutù nero, zeppe nere in vernice, petto nudo e piercing a entrambe i capezzoli che manteneva il suo essere gay scenico anche in uno spocchioso e vezzeggiante non-inchinarsi agli applausi.
Io non capirò l'avanguardia, ma temo che altri siano troppo convinti di avere la capacità di gestirla, qualsiasi cosa propinino al pubblico che questa volta, educato e paziente, ha evitato la triste (per l'attore) scena di alzarsi durante lo spettacolo e andarsene. A fine spettacolo un buon 30% era comunque sparito. Complici gli intervalli. Sarebbe stato meglio un solo, insopportabile, atto unico, almeno avrebbe sbattuto in faccia, a chi stava on stage, la qualità della propria avanguardia.

sabato 10 febbraio 2007

...I could be as gentle as a newborn, then spit into the eye of a hurricane... (18/01/07)

Io lo sto aspettando sto uragano Cyril (o come dicevan tutti Kyrill)...
... sarà per il mio amore verso i temporali/tuoni/lampi/fulmini/tornado/diluvi universali/raffiche di vento anormali/bufere di neve/grandinate/trombe d'aria/chi più ne ha più ne metta... (senza citare cataclismi che non implicano acqua o vento)
Però al Tg mi hanno illusa.
Mi hanno detto che da stasera, nell'Italia del Nord-Ovest, sarebbe iniziato il vento.
Mi hanno anche detto di stare attenta nelle prossime 24 ore a uscire di casa e, se proprio devo, mi hanno detto di riempirmi le scarpe di sassolini così le raffiche non mi portano via.
Ogni quarto d'ora guardo fuori per vedere se c'è qualche catastrofica evoluzione.
La tenda di plastica del condominio qui davanti ogni tanto ha un accenno di movimento. Ma solo quella. Nel resto del mondo attorno non si muove foglia. Mi viene il dubbio che più che Cyril (o come dicevan tutti Kyrill) sia lo sfiato della cappa della padrona di casa che sta cucinando le cotiche a far svolazzare la tenda.
Io comunque confido in questo Cyril (o come dicevan tutti Kyrill) perché, oltre a saziare la mia fame di eventi metereologici straordinari vissuti in prima persona, magari porta via la bolla di grigiume alienante che c'è stata in questi giorni. Giorni in cui l'unico modo per rendersi conto che, attorno alla nostra città asfaltata cementata e murata, c'è ancora il resto del mondo, sarebbe stato scavare una buca e considerare la marrone terra un ampio e arioso paesaggio naturale.
Lo stato d'allerta anche qui in Italia lo hanno dichiarato, come in Uk, Francia e Germania... ma lì l'allerta era vera.
Qui boh?!?!?
Se arriva, a quanto pare, siamo tutti pronti a sputargli nell'occhio.
Ma se non arriva sono pronta a sputare io nell'occhio di chi mi ha illuso.
Non si promette vento vero sperando che la gente si accontenti di minimi svolazzi di una tenda di plastica all'alito artificiale dello sfiato delle cotiche.

Addicted to Sushi. (10/01/07)

L'avevo provato anni fa e l'avevo proprio schifato.
L'ho riprovato un mesetto fa e sono diventata "dipendente".
(Thnx to Luigi)
Abbastanza esotico per essere diverso dal solito.
Abbastanza fresco da non dover avere sapori di avariato camuffati da qualsiasi tipo di spezia.
Abbastanza pericoloso da dover per forza essere fresco.
Abbastanza caro da poterlo gustare solo una volta ogni tanto e non farselo uscire dalle orecchie.
Abbastanza diffuso da avere anche qualche localino take away un po' più cheap.
... e, soprattutto (e stranamente), abbastanza zen da non far inalberare il mio intestino suscettibile.

Propositi per l'anno Nuovo.........#1............. (06/01/07)


Andare a questa festa. Assolutamente. A costo di sognarmi per il resto della vita gli enormi faccioni di Felix o Uncle Sam che mi inseguono. Basta non ci sia una versione balloon-size del clown Pennywise... o di qualche clown generico. Perchè potrei perderci la vita o, nel migliore dei casi, essere ricoverata in qualche clinica psichiatrica locale.
Albuquerque, NM.


Problema Artistico-Esistenziale Persistente (15/10/06)

Riflessione rivolta, oltre che a me stessa, ai visitatori assidui e casuali del blog, esperti o meno di Arte... Durante il mio viaggio ad Amsterdam di qualche anno fa, oltre ad aver dormito con altre tre persone (già conosciute tengo a precisare) in un letto matrimoniale e essermi ritrovata infradiciata di birra dalla vita in giù, ho avuto occasione di visitare il Van Gogh Museum e proprio lì, davanti ad un quadro, mi è sorto un quesito a cui ogni tanto ripenso e a cui non so se troverò mai una risposta.
Una sorta di sidrome di Stendhal forse.
Inizio col dire che il museo è molto bello e interessante per i contenuti ma è (come affermato anche dal professore di progettazione che ci ha goliardicamente accompagnati "in gita") architettonicamente l'esempio lampante di come NON deve essere fatta una struttura espositiva... non mi interessa ora addentrarmi in considerazioni architettonico-distributive, le opere esposte sono magnifiche, ci si deve solo adeguare a prendersi a testate e a gomitate sui denti con le altre centinaia di visitatori per riuscire ad arrivare a 1m e mezzo dal quadro e riuscire a vederlo, basta attrezzarsi di pazienza e di kit di pronto soccorso per ovviare a danni causati dagli scontri più sanguinolenti (vedersela con un norvegese è sicuramente più rischioso che incappare in un giapponese... anche se il simpatico orientale potrebbe avere dalla sua il potentissimo flash dell'inseparabile macchina fotografica).
Comunque il quesito riguarda V. Van Gogh, per la precisione un suo famoso quadro, "I Girasoli" del 1889 (perchè ci sono diverse versioni, io proprio di QUESTA parlo)... mi chiedo: tutte le altre versioni hanno dei colori verosimili, questa stessa versione ha colori verosimili al 98%... se non fosse per quella parte interna di uno dei girasoli sulla destra che è pittata in azzurro.

PERCHE'?
LO DEVO SAPERE, sono anni che ho questo tarlo in testa... perchè tutto in marronegiallosenape, colori tendenti al vero in pratica, e quel pezzetto lì no?
Ma la riflessione che ne consegue nella mia mente va in realtà a colpevolizzare la nostra smania umana di arrivare sempre alla spiegazione delle cose. Tutto deve essere analizzato e spiegato, tutto (limitiamoci ora solo al campo artistico, ma vale per qualsiasi cosa che non sia Dio) deve essere studiato, ristudiato e deve avere una spiegazione logica supportata e poi esplicitata in pagine e pagine di scritti... può essere che questa macchia di azzurro abbia una spiegazione scientifica su cui sono stati tenuti congressi, scritti saggi e libri di cui io, ignorante nell'animo, non sono a conoscenza... se è così sicuramente qualcuno ha in tasca la soluzione al mio quesito.
Ma se non fosse così? Se tutti si fossero chiesti la stessa cosa, anni prima di me e nessuno fosse arrivato a una conclusione? Bè, nonostante tutto lo troverei sicuramente più soddisfacente. Vorrebbe, a mio parere, dire che non a tutto c'è una spiegazione e che, nonostante tutto, nonostante gli sforzi fatti, neanche la nostra mente smaniosa di spiegazioni razionali può razionalizzare gesti irrazionali.
Che l'amico Vincent di razionale avesse niente è, credo, universalmente riconosciuto. E allora perchè renderlo per forza razionale? Perchè tutto quello che ha fatto, disegnato, dipinto e scritto deve essere studiato, fatto a pezzi e poi ricomposto secondo la nostra razonalità comune? Perchè sbandierare ai quattro venti la geniale irrazionalità quando poi alle opere viene attribuito un rigido percorso tecnico-mentale-evolutivo? Discorso secondo me valido per molti artisti.
Ad una conclusione, forse, posso però arrivare da sola: il mio tarlo è frutto della mentalità comune, non di una vera curiosità mia. Che ci sia o no una spiegazione, pensandoci bene, non mi interessa... anche perchè so che nessuno potrà mai darla per veritiera.

Magari l'amico Vincent ha avuto lo schizzo di fare quel pezzetto azzurro, magari tutto quel marronegiallosenape l'aveva scocciato o magari, semplicemente, aveva finito il colore e ad Arles faceva troppo caldo per scendere e comprarne dell'altro.